Una nuova aerodinamica per ridurre del 5% il livello di emissioni nocive. Grandi passi avanti per la sicurezza
New deal Scania: il camion diventa eco La potenza, la stabilità, la grandezza, l’imponenza. L’ultima generazione di mezzi pesanti Scania trasmette tutto questo, ma è molto di più. I nuovi autoarticolati, per dirne una, sono belli. Hanno un muso piatto, anzi piattissimo, che contraddistingue all’insegna dello stile quello che per definizione è il mezzo meno elegante di tutti, l’ingombro per eccellenza, il pachiderma della strada, l’ippopotamo in mezzo ai giaguari. E invece no. Stavolta, no.
Gli svedesi, dopo 10 anni di studio “matto e disperatissimo”, costato ben 2 miliardi di investimenti, hanno partorito una rivoluzione non solo in termini di sostanza (troppo c’è da dire, e lo faremo più avanti) ma di estetica. Dei gioielli, questo sono i camion dell’azienda di Södertälje, dei gioielli industriali, perfetti per trasportare qualunque cosa, facilissimi da guidare (chi scrive ne ha provati un paio), sicuri e confortevoli. Insomma, stiamo parlando delle Rolls-Royce degli autocarri: l’ippopotamo è diventato un toro. E per far questo non basta lo zelo. Ci vuole una visione.
Una visione che però poggia saldamente sui numeri, visto che stiamo parlando di un’azienda che non produce margherite ma autocarri, trattori stradali, autobus e motori Diesel, mezzi che più che veicoli sono unità produttive. I camion realizzati dopo 125 anni di esperienza e 10 di ricerca tecnologica mirata sono stati testati lungo oltre 10 milioni di chilometri, accompagnati da lanci globali in ben cinque fasi e infine presentati a 40mila clienti, invitati uno per uno nella sede di Södertälje; a distribuirli saranno ora le circa 1700 concessionarie Scania sparse in 100 Paesi diversi in tutto il mondo. Una vera e propria “invasione” di mezzi ultratecnologici che andrà pian piano a sostituire il vecchio col nuovo attraverso un processo veloce e inarrestabile, pianificato con cura svedese e articolato in più fasi, ognuna centrata su segmenti di clientela specifici.
Ma qual è il punto forte della nuova generazione Scania? Una medaglia al valore andrebbe data all’azienda solo per il continuo sviluppo di soluzioni che agevolano il passaggio a un trasporto sostenibile. La lotta contro le emissioni di CO2 trova infatti, nella new generation, il suo apice, tanto che l’azienda – che grazie alla straordinaria aerodinamica dei nuovi mezzi è riuscita a ridurne del 5% il livello di impatto ambientale – confessa di avere già in tasca le soluzioni necessarie per raggiungere gli obiettivi di ecosostenibilità del 2030. E non è tutto. Scania crede nella diversità, e offre una gamma unica e completa di motori ibridi, alimentati a gas, bioetanolo, HVO e biodiesel (RME e FAME). Last but not least, il progetto “Ecolution by Scania” punta a ridurre i consumi grazie all’ottimizzazione delle flotte, alla formazione dei conducenti e alla manutenzione personalizzata. Ciliegina sulla torta, lo Scania Fleet CO2MPOSER, un avanzato strumento di calcolo che i clienti possono utilizzare, in collaborazione con l’azienda, per capire in che modo ridurre al minimo i costi. L’ambiente, ancora una volta, ringrazia.
Altro fiore all’occhiello di Scania è l’economia operativa totale (TOE, Total Operating Economy). Rispetto al tradizionale costo totale di esercizio (TCO, Total Cost of Ownership), che riflette solo le spese, il TOE tiene infatti in considerazione anche le entrate, esaminando il modo in cui un incarico di trasporto viene retribuito in base a peso, tempo impiegato, chilometraggio e così via. E garantendo quindi all’acquirente la scelta di un prodotto personalizzato. “Il risultato – spiega Christopher Podgorski, Global Senior Vice President di Scania Trucks – è un insieme di strumenti esclusivo, che consente al personale di vendita, indipendentemente dal mercato o dal tipo di cliente, di accedere a informazioni che permettono di proporre non solo un veicolo, ma anche una soluzione che, essendo basata sulle esigenze specifiche del cliente, possiede tutte le potenzialità necessarie per rivelarsi redditizia”.
Chi scrive, come già accennato, questi mezzi di ultima generazione li ha guidati davvero, naturalmente all’interno del circuito ad hoc messo a disposizione e supercontrollato dall’azienda. Farà sorridere sapere che l’improvvisata autista solitamente si muove in bicicletta, e che dunque non solo è poco avvezza alla guida di mezzi pesanti, ma di mezzi a motore in generale. Ebbene: i nuovissimi camion made in Södertälje sono talmente ben fatti e progettati, che persino una persona totalmente inesperta riesce a guidarli senza far danni. Figuriamoci un guidatore provetto. Il senso di sicurezza, di stabilità, il confort, la sensazione di autentica protezione che il mezzo trasmette al guidatore non appena si allacciano le cinture, è qualcosa di indescrivibile e incomprensibile, se non provando il tutto di persona. A corredo di queste impressioni dirette si può aggiungere che questi mezzi di ultima generazione sono i primi veicoli industriali dotati di airbag laterali a tendina e che dispongono, grazie all’assale anteriore riposizionato e al centro di gravità ribassato, di una maggiore capacità di frenata. La struttura della cabina è stata migliorata per garantire ancora più sicurezza, la visibilità è stata ottimizzata, e la protezione antincastro è in grado di assorbire maggiore energia e di ridurre la forza dell’impatto.
Riparazioni più semplici e meno costose grazie alla struttura modulare fanno il resto.
Il futuro dei mezzi pesanti, dunque, è qui. Pronto a percorrere le nostre strade, a trasportare le nostre cose. In una parola, a migliorare le nostre vite.
Fonte: Repubblica.it – Articolo di SARA FICOCELLI